I miracoli di Gesù

(127)

Gesù guarisce molti malati alle terme di Emmaus di Tiberiade (462.5 - 462.6 - 462.7)

Molti malati sono nelle portantine, in attesa della cura, e vedendo Gesù molti gridano: "Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me."
Gesù si dirige a questi. Paralitici, artritici, anchilosati, fratturati le cui ossa non si saldano, malati di anemie, di ghiandole, donne avvizzite avanti tempo, fanciulli anzitempo adulti. E poi, sotto agli alberi, mendichi che si lagnano chiedendo l'obolo.
Gesù si ferma presso i malati. Si sparge la voce che il Rabbi parlerà e guarirà. La gente, anche quella delle altre razze, si avvicina per vedere.
Gesù si volge intorno. Sorride vedendo uscire, con ancora i capelli umidi della doccia fatta, il greco mandato da Sintica. Alza subito la voce per farsi sentire: "La misericordia apre le porte alla grazie. Siate misericordiosi per ottenere misericordia. Tutti gli uomini sono poveri in qualche cosa: chi nelle monete, chi negli affetti, chi nella libertà, chi nella salute. E tutti gli uomini hanno bisogno di aiuto dal Dio che ha creato l'universo e che può, unico Padre, soccorrere i suoi figli."
Fa una pausa come per dare tempo alla gente di scegliere se venire ad ascoltare o se recarsi ai bagni. Ma i bagni sono dimenticati dai più. Israeliti e gentili si affollano a sentire, e dei romani, scettici, nascondono la loro curiosità sotto lo scherzo: "Oggi non manca il retore a fare questo luogo una terme romana" dicono.
Il greco Zenone fende la folla gridando: "Per Zeus! Stavo per recarmi a Tarichea e qui ti trovo!"

(.......)

Io non chiedo cose difficili. Chiedo un movimento di fede ed uno di amore. Aprite il cuore alla fede. Aprite il cuore all'amore. Date per avere. Date le povere monete per avere aiuto da Dio. Cominciate ad amare i fratelli. Sappiate avere misericordia. I due terzi fra voi sono malati perchè egoisti e concupiscenti. Abbattete l'egoismo, frenate le concupiscenze. Acquisterete in salute fisica e in sapienza. Abbattete la superbia. E sarete beneficati dal vero Dio. Io vi chiedo l'obolo per i poveri e poi vi farò dono della salute."
E Gesù alza un lembo del manto e lo tende per accogliere le monete. Le molte monete che pagani e israeliti si affrettano a gettarvi. E non sono solo monete che vengono date, ma anche anelli o altri gioielli gettati con noncuranza dalle donne romane che nel giungere a Gesù lo guardano, e qualcuna mormora qualche parola alla quale Gesù assente o risponde brevemente.
L'offerta è finita. Gesù chiama gli apostoli perchè gli conducano i mendichi, e con la stessa rapidità con cui il gruzzolo si era formato ecco che si disfa sino all'ultimo picciolo. Restano dei gioielli che Gesù rende alle donatrici non essendovi sul luogo nessuno che li acquisti per mutarli in monete. E per consolare le donatrici dice loro: "Il desiderio equivale all'atto. L'offerta data è preziosa come fosse stata distribuita, perchè Dio vede il pensiero dell'uomo."
Poi si raddrizza e grida: "Da chi mi viene il potere? Dal vero Dio. Padre, fa' risplendere Te nel Figlio tuo. In tuo nome Io ordino ai morbi: andate!"
Ed è l'ormai molte volte visto risorgere di malati, raddrizzarsi di storpiati, muoversi di paralitici, ed è il colorirsi di volti, lo splendere di occhi, il gridio degli osanna, le felicitazioni fra loro dei romani, fra i quali vi sono due donne e un uomo risanati e che vogliono imitare i guariti d'Israele e, non giungendo ancora ad umiliarsi come gli ebrei nel bacio sui piedi del Cristo, si inchinano, prendono un lembo del manto e lo baciano.